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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sesto Sesto Fiorentino

Sesto Fiorentino, Gianassi fa un bilancio di 10 anni di amministrazione

Biblioteca Ragionieri, numerosi parchi pubblici, alta velocità e aumento dei servizi per i cittadini, ma anche aeroporto, città metropolitana e politica

In 60 minuti il bilancio di 10 anni da Sindaco. Gianni Gianassi a quattro mesi dalla fine del suo mandato spiega passato, presente e futuro. Urbanistica, aeroporto, tutela del tessuto economico produttivo e riqualificazione del territorio, questi i temi affrontati.

Ultimi mesi di legislatura, da cosa saranno caratterizzati?

“Dallo stesso impegno che ha caratterizzato gli altri”.

Progetti speciali, lavori che si concluderanno a breve?

“Stiamo completando una serie di opere. Due fra tutte: l'inaugurazione della Bretella dalla Perfetti Ricasoli alla zona artigianale e la piazza IV Novembre dove i lavori sono andati spediti fino ad oggi e speriamo che le settimane di brutto tempo che abbiamo avuto non rallentino troppo i lavori”.

C'è dell'altro considerando che lei nel secondo semestre non ci sarà?

“C'è da fare il bilancio preventivo 2014. E' difficile programmare i lavori per un semestre in cui non ci sarò. Comunque faremo un momento di confronto come sempre con le associazioni di categoria, con le associazioni di imprese, con i sindacati. Quello che voglio sottolineare è che per il terzo anno consecutivo il comune di Sesto Fiorentino non ha nessun debito con i fornitori e che le nostre tasse sono tra le più basse della Toscana”.

In questi 10 anni in cui lei è stato sindaco come è cambiata Sesto Fiorentino?

Sesto Fiorentino è diventata più mondo: si è un po' più omologata nella società dove viviamo. Questo è dovuto ad una importante componente migratoria soprattutto dal comune di Firenze e dagli altri comuni limitrofi. La popolazione sestese è cambiata. Questo fa si che Sesto sia una città pienamente inserita nell'area metropolitana della Toscana”.

Quali sono i cambiamenti più marcati?

“Il rendersi conto che non siamo una cerchia di amici, siamo 50 mila persone in un bacino di 2 milioni di persone dove si nasce, si lavora, si fa sport e ci si diverte. Ha subito gli effetti di una crisi di valori che attanaglia l'occidente e anche il nostro paese. In parte è cresciuto molto il “particulare”, della famiglia, delle imprese, dei bambini, delle scuole. Detta così sembra sia cresciuto l'egoismo sestese, ma invece questo ha permesso alla comunità di reagire positivamente alle vicende del territorio”.

Ci fa qualche esempio?

“La solidarietà intorno alla vicenda Ginori, un anno fa il tribunale l'aveva dichiarata fallita, 12 mesi fa non nell'epoca del mio nonno, nel presente. Io venerdì sono andato a vedere la nuova collezione allo spazio Gucci in piazza Oberdan a Milano e mi si è aperto tutto quello che mi si poteva aprire di bello. Ho visto che il salvataggio non era finto, ma non c'è stato solo chi ha messo denari, ma chi ha messo idee, professionalità e amore del prodotto e su questo Sesto ha risposto. Un altro esempio il movimento che si è creato sulla vicenda delle olivete a Querceto. Un confronto a volte duro, ma che poi, anche a detta dello stesso comitato, è stato riconosciuto a tutta l'amministrazione comunale una grande disponibilità all'ascolto ed un tentare di trovare una soluzione. Volevamo introdurre a Sesto Fiorentino un'innovazione nella possibilità di realizzare un progetto di edilizia residenziale sociale e nel dialogo ce l’abbiamo fatta”.

Se le chiedessero un aggettivo, una sola parola per definire la sua esperienza di Sindaco quale sarebbe?

<“Straordinaria anche se rischio di essere scontato, ma forse una parola sarebbe riduttiva. L'unica parola che non userei mai è mestiere, non lo è. Per far capire io tengo i conti di casa. Ho un quadernino dove annoto tutto, il mio non è mai stato uno stipendio ma una indennità. Non è nemmeno una missione, non siamo votati al martirio. Lo ritengo un incarico impegnativo che solo i cittadini ti possono dare per il quale sei in debito dal primo giorno all'ultimo. Straordinaria nel senso che non è solo straordinariamente bella, ma nel senso di extraordinaire”.

Il progetto, l'intervento che Le ha creato più “mal di pancia” e perché, e quello che invece in un certo senso è stato più “facile”?

Facile nessuno, sono tutti impegnativi anche quelli che si fanno in 5 minuti. Tutti hanno un doppio risvolto sono rivolti agli altri e tutti presentano rischi. Io sono nato a Sesto, ho da continuare a vivere a Sesto, mia moglie lavora a Sesto, i miei figli vivono a Sesto. Ne voglio uscire come sono entrato a testa alta.

Ci può fare qualche esempio?

“Ti segnalo due cose. Il mal di pancia, non ci vuole fantasia, sull'aeroporto la rottura della promessa del Presidente Rossi, è stata una ferita, per quanto mi riguarda soprattutto politica. Non l'ha fatta a me, ma a tutti i sindaci della Piana. Io ho una caratteristica che me la riconoscono in tanti, se è si è si, se è no è no mentre per altri a quanto pare non è così. In questa vicenda ho dato molto di quello che ho ricevuto dalla politica, passione, competenza; ho regalato informazioni a chi non se lo meritava ed ho ricevuto patti infranti. Un altro elemento meno drastico, che mi è dispiaciuto è che i primi cinque anni li ho fatti con un rapporto di straordinaria collaborazione con il Comune di Firenze e ed i colleghi delle partecipate, poi si è interrotta la collaborazione ed adesso si vota a maggioranza”.

E la città metropolitana?

“Sono favorevole, anche se sono annoverato tra i contrari. Sono favorevole, ma favorevole al fatto che si elegga chi governerà la città metropolitana. Io non regalo a nessuno i poteri del Comune di Sesto. Se il piano strutturale di Sesto diventa di Area Metropolitana io ne sarò felice, ma questo a condizione che chi lo fa abbia vinto le elezioni e che sia contendibile la leadership, altrimenti per decidere cosa si fa a Colonnata lo deve decidere il Sindaco di Firenze? Per decidere se Ferragamo si amplia o si amplia la Lilly lo decide il sindaco di Firenze? Lo deve fare il sindaco della città metropolitana e quindi deve venire a Sesto come a Calenzano, Santa Croce, San Donnino come Compiobbi o alle Sieci a cercare voti e contino tutti uno. Altrimenti è subalternità. Vedo crescere la subalternità, io mi ci oppongo fino al 25 maggio”.

Cosa farà dopo aver dismesso la giacchetta di sindaco?

“Andrò a lavorare. Qualora la politica, che ho amato tutta la vita, avesse bisogno di me e ciò che mi propone è una cosa che mi piace continuerò a dare una mano. Qualora non avvenisse questo fenomeno non bisogna avere risentimento. Dal primo di giugno, dopo una settimana di ferie, io tornerò al mio posto di lavoro. Mi occupavo di organizzazione e di logistica al magazzino dell''Unicoop di Scandicci”.

Cosa lascia in eredità alla prossima amministrazione?

“Tanto lavoro da fare, perché ho finito molte cose, ma molto altro c'è da fare. Sesto Fiorentino non si ferma con l'uscita Gianassi. Il 28 gennaio approveremo in via definitiva il Regolamento urbanistico quindi i prossimi 5 anni il sindaco e l'assessore all'urbanistica avranno la coda, ammesso che la crisi cessi, di gente che viene a presentare progetti. Un lavoro enorme, in più non è chiusa la partita nazionale del destino degli enti locali. Gli lascio tutto il lavoro per costruire la città metropolitana. Non siamo gli americani che usciamo con la nostra scatolina e formattiamo l'hardisk”.

Bilancio di 10 anni di lavoro?

“Sono diminuiti i quattrini e la capacità di spesa. Sono arrivato e c'erano 420 dipendenti; me ne vado e sono 309. Abbiamo fatto con meno. Sono arrivato ed il primo bilancio avevo 37 milioni di uscite che raffrontate ad oggi con l'Istat sono 44 milioni e 500 mila e l'ultimo bilancio quello del 2013, è di 35 milioni. Quindi spendo meno, ho meno personale e ho fatto più cose”.

Se ne dovesse citare tre?

La Biblioteca rappresenta un salto di qualità nella politica culturale della città metropolitana non solo del comune di Sesto Fiorentino. I parchi urbani, Oliveta, Quinto, degli Etruschi e parco di Isola, legati ad un fatto positivo la fine del passaggio dell'alta velocità. Arriviamo a Milano in un'ora e quaranta perché si passa sotto Monte Morello. Terzo, e non ripeto la Ginori perché ne abbiamo parlato prima, noi abbiamo aumentato i servizi: 100 case popolari in più, più posti negli asili nido, l'apertura di Felicittà per i ragazzi disabili e l'apertura del centro per i malati di Alzheimer. Questa città ha retto l'onda d'urto della modernità e della crisi senza lasciare indietro nessuno”.

Un consiglio al prossimo primo cittadino?

“Sii te stesso. Non c'è peggior cosa che mascherarsi o cercare di essere quello che c'era prima o pensare di essere uguale a Napolitano, D'Alema, Renzi, Barducci, Gianassi e via dicendo. E' un errore clamoroso. Dare qualcosa di se stesso. Un sindaco deve mettere la sua personalità. Mettere la sua vita a disposizione della città. E ci può essere solo un sindaco per volta”.

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